lunedì 12 novembre 2018

Turtoro (Azione identitaria): "Operazione Quinta Bolgia è conferma di un sistema sanitario colluso con la 'ndrangheta."


L’inefficienza della sanità pubblica, soprattutto da quando è passata sotto il controllo della Regione, è il vergognoso risultato del sistema di collusione tra politica e mafia che oggi, con l’operazione Quinta Bolgia, è stato smascherato e che ha portato alla luce il marciume favorito da politici consenzienti.

Questa è la conferma del fallimento di tutto il sistema sanitario regionale che è oramai diventata una “cambiale elettorale” con la quale saldare i debiti contratti col richiedere i voti in certi ambienti, un tipo di debito che non conosce prescrizione e che mette in chiaro la malafede della maggior parte di quei personaggi “protagonisti” da anni della vita politica calabrese.

Un sistema di complicità, un meccanismo talmente perverso che ha coinvolto dirigenti sanitari avidi di denaro nonostante la loro situazione economica e lavorativa solida e, quindi, ingiustificabile ed inaccettabile da debellare totalmente.

Proprio due mesi fa (nel settembre 2018) fu impedito un nostro presidio informativo all’interno del cortile dell’Ospedale “Riuniti” di Reggio Calabria da parte del dirigente del nosocomio che voleva impedire che denunciassimo le irregolarità sanitarie e lo stesso dirigente si è dimesso dopo un mese per anomalie gestionali nelle sue funzioni.
Purtroppo quello che è emerso a Lamezia Terme non è circoscritto solo alla città della piana ma è una realtà che abbraccia tutti gli ospedali calabresi e, pertanto, chiediamo che questo tipo di indagini venga esteso su tutto il territorio affinchè si ponga fine al repellente mercimonio di pazienti e defunti.

Chiediamo dunque al Governo Nazionale di legiferare in maniera incisiva sui servizi di onoranze funebri, vero ricettacolo di loschi affari, e di avviare seri controlli sugli appalti riguardo al servizio delle ambulanze che troppo spesso viene affidato ad associazioni incompetenti ma legate in qualche modo alle famiglie mafiose della zona.

Paola Turtoro
Portavoce regionale
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA


lunedì 5 novembre 2018

Lamezia Terme incontra Lucano. Igor Colombo: "La Chiesa modernista continua ad andare contro la dottrina cristiana!"

Riflessioni di un cattolico tradizionalista.


Credo che, in fase e sede di analisi storica della prima metà del XX Sec., sia ormai del tutto pleonastico ricordare  come la Chiesa abbia condannato il comunismo  con Pio XII nel 1949 attraverso tre documenti emanati dalla Congregazione del Sant’Uffizio che rendevano inconciliabili per natura Cristianesimo e comunismo, visto ormai che la Chiesa stessa, attraverso i papi che sono venuti dopo il Concilio Vaticano II, le Diocesi locali e tutti gli ordini religiosi, ormai non sembrano più tenerne conto. Tutto ciò lo si è visto nella  sua concretezza proprio ieri a Lamezia Terme, quando l’ex sindaco di Riace, quello del  pugno chiuso a mò di saluto dalla finestra di casa sua  alle persone che erano andate a sostenerlo e  che racchiude quella ideologia comunista che la Chiesa ha condannato e scomunicato, ha trovato piena accoglienza nel salone della parrocchia di San Francesco di Paola, ricevendo addirittura gli onori ed i saluti di casa del  Padre dell’ordine stesso dei Minimi nel corso di un incontro organizzato dalle associazioni di stampo comunista a sostegno del signor Lucano.

La mia riflessione in questo intervento non vuole essere incentrata sull’aspetto politico e giudiziario della vicenda Lucano, visto che vi è un’indagine in corso e, da quanto è emerso ed ammesso anche dallo stesso ex primo cittadino di Riace, vi è stata una palese violazione della legge e se i suoi sostenitori vogliono leggerla in chiave esclusivamente machiavellica dove è il fine che giustifica i mezzi questi saranno affari loro e la questione non mi tange assolutamente.
Piuttosto  il mio pensiero è focalizzato su come la Chiesa si sia allontanata sempre più  in maniera pericolosa  dalla sua originaria dottrina cristiana, che non è certamente quella del provvedimento  pastorale e pertanto non dogmatico dello stesso eretico Concilio Vaticano II  voluto da Giovanni XXIII poi avallato da Giovanni Paolo II che ad Assisi nel 1986  ha messo sullo stesso piano tutte le religioni del mondo (anche quelle protestanti e false) e che ancora prima, con Paolo VI nel 1975,  ha aperto anche al comunismo con l’ Ostpolitik, per finire alle stesse   parole  di Papa Bergoglio sull’immigrazione e sull’accoglienza di quegli  stessi popoli africani, la maggior parte sfruttati dalle ricche multinazionali  e diventanti ghiotto business in occidente di gente senza scrupoli, e  che sempre più spesso ascoltiamo nei suoi discorsi e nelle sue parole.
Però tutti questi discorsi e riflessioni dei papi della Chiesa conciliare vengono affermati  dal soglio pontificio come dottori privati e non come dottori della Chiesa, a differenza di altri successori di Pietro che nei loro documenti, encicliche e parole, parlavano come dottori della Chiesa, prendendo l’insegnamento dei Padri e filosofi  della stessa Chiesa Cattolica, come Sant’Agostino nella Patristica e San Tommaso nella Scolastica, quindi la loro parola era infallibile.

Che a Lamezia Terme avvengano queste situazioni  di accoglienza e di sostegno verso chi professa una certa ideologia, e che quindi per suo dogma e dottrina dovrebbe essere ateo, (indipendentemente dal fatto  che i sostenitori del signor Lucano lo definiscano filantropico ma che è ancora tutto da dimostrare), non mi sorprendono più, visto che già nel dicembre del 2016 lo stesso Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, Monsignor Cantafora, non solo ha donato il salone vescovile all’espressione teoricamente opposta del comunismo, cioè il capitalismo finanziario rappresentato allora dall’ex ministro  ministro Boschi, per la sua campagna  sul referendum Costituzionale, ma ha addirittura partecipato all’evento di una personalità che, indipendentemente da tutto, con la sua famiglia è emblema di  un certo potere economico e finanziario coinvolta, oltretutto, nelle ben note vicende della banca Etruria e di tanti risparmiatori frodati da un sistema bancario che è satanico e che rende schiavi numerosi popoli della Terra compresi quegli stessi immigrati che in massa si spostano da noi per fini e volontà sovranazionali che travalicano ogni pensiero cristiano espresso dallo stesso Bergoglio e  che anzi vanno contro ad esso, perché come  ha insegnato un grande Papa del passato, Leone XIII, nella sua enciclica Rerum Novarum, nel quale condannava capitalismo, marxismo ed ateismo, ci ha insegnato un deciso processo magistrale di forte valenza sociale per spingere noi cattolici alla restaurazione della società cristiana, che proprio oggi le idee moderniste, progressiste, di ritorno ad un certo luteranesimo ed idealismo soggettivista e relativista, sta unendo ciò che in passato è stato perfettamente diviso, cioè Chiesa e liberalismo, verso una pericolosa spirale di secolarizzazione della società cristiana che era già avvenuta nella massonica rivoluzione francese.

Per concludere vorrei dire al Padre dei frati Minimi della Chiesa di San Francesco di Paola, Padre Vincenzo Arzente, che ha quasi paragonato il Santo calabrese al signor Lucano, che sarebbe stata cosa gradita far sapere che lo stesso San Francesco è stato un uomo di Chiesa e di Dio che preannunciò l’attacco e l’invasione dei Turchi ad Otranto, di tutto quel  mondo islamista che nella storia ha sempre voluto  distruggere il Cristianesimo con la scimitarra per tante volte (Poiters, Lepanto, Vienna) e che di fondamento teologico non ha mai avuto nulla, come  oggi non ce l’hanno le organizzazioni ideologiche guerriere tipo l’Isis, che sono discendenti di quella gente armata e finanziata dagli stessi protagonisti che vogliono far entrare nella nostra Europa ed in Italia molti di quelli che lo stesso Lucano e tutto un mondo della sinistra vorrebbe far diventare italiani.
 San Francesco fu il Santo che ebbe proprio la visione di San Michele Arcangelo e che quando fondò l’ordine dei Minimi alzò il Crocifisso  affermando che la battaglia contro il demonio ed i nemici della Chiesa doveva vedere Cristo trionfatore e non a caso San Michele Arcangelo, nella sua apparizione al Santo paolano, gli mostrò un cappuccio ed uno stemma a forma di sole con la scritta Charitas, che nulla a che vedere ha con la carità pelosa che oggi si fa verso esseri umani sfruttati ed oggetto di mercato, ma di ben altro e profondo significato e che espressioni di laicità di estrema sinistra non possono ricondursi alla morale ed agli insegnamenti di Cristo che troviamo nel Vangelo, perché lo stesso Gesù ci dice che “chi crede in lui sarà salvato”.
Dio è misericordioso ma sa anche essere soprattutto Giusto e ci avvisa continuamente, come fece attraverso Santa Margherita Maria Alocque, la quale avvisò cento anni prima dello scoppio della rivoluzione francese, su invito di Gesù, e chiese al Re di Francia di mettere nella bandiera il Sacro Cuore, cosa che venne ignorata dalla corona francese. L’unico giudizio da temere per tutti noi è quello di Dio e nelle parole di Cristo che disse “Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
Dove sta ormai negli insegnamenti degli uomini di Chiesa la parola conversione?
Che Padre Vincenzo Arzente, che purtroppo non ha ricordato le parole di conversione a Cristo ad un comunista, possa anche pregare per me e per tutte quelle persone che realmente soffrono, e credo ne abbia viste tante, ed io da umile peccatore pregherò anche per lui affinchè la prossima volta si ricordi di divulgare la parola di Cristo, quella vera, agli uomini che non credono in lui affinchè si convertano e si salvino perché la Chiesa come istituzione spirituale non può permettere l’errore e quindi la dannazione delle anime.
E rivolgendomi ad uno dei padri spirituali che dice di avere Lucano, Alex Zanotelli, per giunta comboniano e che pertanto, per la missione e congregazione da lui scelta (fondata da Daniele Comboni che predicava la rigenerazione e lo sviluppo dell’Africa sul proprio territorio e si batteva per convertire, battezzare ed educare i popoli africani), non dovrebbe accettare la definizione che l’ex sindaco di Riace ha dato a se stesso, cioè laico di estrema sinistra che per il cristianesimo è un grave errore e peccato cosi’ come è stato un grande errore teologico l’incontro tenutosi ieri in una Chiesa Cristiana, che ha artatamente ignorato l’insegnamento di Leone XIII nella enciclica Rerum Novarum: “per diritto divino ogni popolo deve avere una terra ed ogni terra un popolo”.

IGOR COLOMBO
CATTOLICO TRADIZIONALISTA






giovedì 1 novembre 2018

Reggio Calabria, Geymet (Azione Identitaria) denuncia pericolo frana in via Eremo Condera.


Che ci fa un “mostro” di terra sdrucciolevole in pieno centro abitato e senza contenimento di sicurezza?

Da fine estate ad oggi le allerte meteo diramate dalla Protezione Civile si susseguono come gli allagamenti ed i danni a cose e persone che continue ed insistenti piogge alluvionali stanno causando su tutto il nostro territorio. Nonostante le tragedie che hanno colpito la Calabria a causa del maltempo pare che la tendenza si orienti piu’ verso la richiesta di risarcimento dei danni provocati, agendo quindi dopo, e non verso azioni preventive e soprattutto su situazioni considerevolmente rischiose come quella che si presenta sotto gli occhi di tutti a Reggio Calabria in via Eremo Condera.

La prevenzione è il primo atto per far sì che le allerte non siano classificate in categoria “Rossa” ma a quanto pare in Calabria la sicurezza non è contemplata se, nel caso specifico, passando per la via Eremo Condera, che è molto trafficata in questi giorni per la deviazione dei mezzi leggeri che dal quartiere Modena porta all’imbocco dell’A2, c’è un “mostro” di oltre 10 metri che incombe pericolosamente sulla strada mettendo in serio rischio sia l’incolumità dei passanti che di alcune abitazioni adiacenti.

Il “Mostro” è costituito da una parete di terra sdrucciolevole priva di muro di contenimento e ad alto rischio frana che, soprattutto con le piogge di questi giorni, potrebbe venir giu’ con tragiche conseguenze.

Come mai l’Anas e il Comune di Reggio e la provincia non sono intervenuti preventivamente alla messa in sicurezza di questo terrapieno?
Si aspetta la tragedia per poter incassare il risarcimento o si interviene prima che sia troppo tardi?

Antonello Geymet
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA



venerdì 26 ottobre 2018

Sentenza glifosato - D'Amico: "Oliverio oggi contro ma fino a ieri a favore"


E’ esilarante constatare la plasmabilità e lo spirito di adattamento del governatore Mario Oliverio che, dopo aver appreso la condanna contro il glifosato, il pericoloso erbicida usato dalla Bayer costretta da un tribunale americano al pagamento di quasi 80 milioni di dollari per i danni provocati (cifra alquanto irrisoria, nda), oggi si dichiara contrario a tale sostanza tossica, dichiarando che la Calabria è stata la prima regione a dire #STOPGLIFOSATO (2016), mentre “ieri” (settembre 2017) avallava l’esultanza del suo consigliere regionale, Orlandino Greco, per la ratifica al trattato CETA da parte dell’ex governo Gentiloni.

Già un anno fa Azione Identitaria boccio’ la gioia del consigliere calabrese riportandolo alla realtà nello specificare la pericolosità del CETA, trattato di libero scambio tra l’UE ed il Canada per consentire l’invasione di prodotti alimentari Omg in Italia ed in tutta Europa, ma probabilmente il Governatore della Calabria, Oliverio, non si è mai preoccupato di informarsi su cosa siano gli OMG se oggi esulta per la sentenza del tribunale americano.
Il suo odierno auspicio al divieto di sostanze dannose per la salute e l’agricoltura è un lampante corto circuito che lo pone come suddito non pensante rispetto a scellerati provvedimenti che, se calati dalla UE o dai Governi a lui consoni, trovano in lui sostegno e sponsorizzazione fino ad eventuale smentita.

Dovrebbe piuttosto preoccuparsi, il Governatore Oliverio, di promuovere un piano di sviluppo economico che parta proprio dall’agricoltura per rilanciare i prodotti tipici della nostra terra ma ottenuti con tecniche locali e salvaguardare le tradizioni (agricole) nostrane, ed evitare di parlare di identità calabrese se poi proprio da lui partono iniziative volte ad annullare le peculiarità calabresi.

Fino a qualche anno fa la piana di Lamezia Terme, per esempio, era un fattore trainante proprio del settore agricolo mentre oggi ha perso, e con lei tutta la regione, questo primato producendo solo degrado e disoccupazione.
Il nostro auspicio è che, visti i suoi repentini balzelli d’opinione, stavolta resti coerente con quanto dichiarato e bocci definitivamente qualsiasi forma di invasione, anche nel settore agricolo.

Pasquale D’Amico
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA

giovedì 25 ottobre 2018

Movimenti, partiti ed associazioni a Crotone si uniscono per far dichiarare Crotone "Città della Vita". #NO194


Chiediamo al Sindaco di Crotone Ugo Pugliese, al presidente del Consiglio Serafino Mauro ed al consiglio comunale di voler dichiarare Crotone “Città della vita” come già avvenuto per Verona, Ferrara, Milano, Roma e Sestri Levante al fine di garantire, nella nostra città, sia la dignità della donna che del feto e, quindi, confermare i dati statistici che vogliono il nostro Comune con uno dei pochi primati positivi che è quello di avere il minor numero di aborti.

I sottoscritti sostengono la sacralità della vita ed il rispetto per la donna che merita di poter onorare e sostenere la maternità e, quindi, considerare l’aborto (legalizzato con la legge 194 della quale se ne fa un uso “personalizzato” senza la sua piena applicazione) solo per i casi estremi, come insegnano i padri della civiltà dai quali noi italiani discendiamo.

Vorremmo ricordare infatti che la pratica abortistica non è certamente uno strumento per affermare l’autodeterminazione della donna la quale, stando a stereotipati slogan ideologicamente e razionalmente corrotti da una mentalità relegata in un recinto di storture etiche e sociologiche, in tal modo viene ad essere considerata come una macchina sulla quale intervenire solo in determinate circostanze (la gravidanza).

Per noi il rispetto per la donna deve arrivare dal sostegno alla maternità e non sostenendo la politica della morte poiché, pur essendo di fatto diminuito il numero di interruzioni di gravidanza negli ultimi anni, è accertato che tale pratica viene proposta da certi sedicenti ed ignoranti sostenitori come metodo contraccettivo e la cosa è assolutamente aberrante.

Inviteremmo piuttosto ad informarsi e raccogliere testimonianze riguardo all’aborto presso i medici ginecologi non obiettori (fortunatamente pochi in Italia ma ugualmente consapevoli) per capire quali danni, soprattutto psicologici, restano in una donna che ha abortito e di trovare una donna felice di aver interrotto una gravidanza.

Considerare inoltre il rispetto per la vita una mentalità medioevale è indice di una profonda non conoscenza della storia nonché di un’omologazione a dei canoni prestabiliti che vogliono far passare come epoca oscurantista il periodo che, maggiormente in Italia, ci ha regalato personaggi come Dante Alighieri, Carlo Magno, Urbano II, Gioacchino da Fiore, Carlo V, Giotto giusto per citarne qualcuno.

Chiediamo quindi che il consiglio comunale di Crotone col Sindaco si adoperino per la diffusione di una cultura di accoglienza della vita si impegni ad inserire nel prossimo assestamento di bilancio dei finanziamenti il progetto “Gemma” (avviato nel 1994 su scala nazionale per l’adozione prenatale a distanza di madri in difficoltà) ed a promuovere il progetto “Culla segreta” (per il parto in anonimato e già previsto da una legge che non si vuol rendere nota) e proclamare, dunque, Crotone “città a favore della vita”.

Iaconis Gianni – Fratelli D’Italia
Pirillo Davide – Forza Nuova
Torromino Sergio – consigliere comunale – Forza Italia
Turtoro Paola – Azione Identitaria
Villirillo Caterina – Libere Donne Crotone

martedì 23 ottobre 2018

Emergenza rifiuti a Lamezia Terme: la proposta di Miceli, Azione Identitaria.


Ancora una volta Lamezia Terme si trova a fronteggiare l’emergenza rifiuti e, ancora una volta, la direzione intrapresa dalla Regione per risolvere l’emergenza risulta essere quella piu’ conveniente per chi dalla gestione del servizio cerca solo di guadagnarci fior di milioni e non di proporre soluzioni definitive e convenienti per tutti, soprattutto per l’ambiente e, di conseguenza, per i cittadini.
L’ente Regione ha emesso il bando per la “gestione dell'impianto di trattamento dei rifiuti urbani sito in località San Pietro Lametino del comune di LameziaTerme e dei connessi lavori di riefficientamento funzionale” ed in attesa dell’espletamento della gara ha prorogato il contratto (che scadeva il 22/06/2018) con la ditta Daneco, che ha dichiarato fallimento nel 2017 per gravi carenze di liquidità con problemi a pagare i fornitori e le tasse all’erario ma che, nonostante tutto, continua ad essere “sostenuta” dalla Regione Calabria.
Nel 2017 infatti la Regione interviene per tamponare le falle del sistema privatistico della gestione di un servizio pubblico essenziale come quello del ciclo dei rifiuti con il solito meccanismo secondo il quale si interviene per non interrompere le attività impiantistiche con grave nocumento per la salute pubblica e l’ambiente” cosi’viene attivata la cosiddetta procedura in sostituzione diretta nei pagamenti dei fornitori che in soldoni significa che la Regione Calabria salda i debiti della Daneco con i suoi fornitori per evitare il blocco dell’impianto.
Milioni di euro già spesi e circa 30 milioni di euro messi in preventivo da spendere, dunque, per mantenere uno status deleterio per la città che resta sotto scacco per la gioia di ambigue consorterie affaristiche.
Non è la prima volta che interveniamo con una proposta alternativa riguardo al servizio smaltimento rifiuti urbani perché riteniamo che sia l’ambiente che la salute (anche economica) dei cittadini dovrebbero essere prioritari e l’alternativa valida per noi è rappresentata dal sistema Thor (Total House waste Recycling), ed è stato sviluppato dal CNR sotto la guida del ricercatore Paolo Plescia e la collaborazione della società ASSING SpA di Roma.
Con Thor si recuperano e raffinano i rifiuti senza farli passare dai cassonetti differenziati, trasformandoli in materiali utili e combustibile prezioso, ad un costo pari al quinto di quello di un inceneritore. L’impianto è completamente autonomo, consuma parte dell’energia che produce e cede il resto all’esterno ed ha il vantaggio di non rilasciare in atmosfera alcun tipo di inquinante in quanto è basato sul trattamento meccanico “a freddo” e mira ad ottenere CDR (combustibile da rifiuti) in finissime particelle ad alto potere calorifero.
Chissà perché non viene preso in considerazione. Forse perché non permette l’intrusione della “longa manus” della mafia
Oppure, altra valida alternativa, Rifiuti Zero (di Paul Connet) che è una strategia di gestione dei rifiuti che si propone di riprogettare la vita ciclica dei rifiuti considerati non come scarti ma risorse da riutilizzare come materie prime seconde, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente processi di incenerimento o discarica, e tendendo ad annullare o diminuire sensibilmente la quantità di rifiuti da smaltire. Il processo si basa sul modello di riutilizzo delle risorse presente in natura perché, come afferma lo scienziato,
“I rifiuti non sono altro che un prodotto mal progettato creato dall’uomo”.
E’ dai tempi della Giunta Speranza che ci premuniamo di proporre valide ed economiche soluzioni alla perenne emergenza rifiuti per la città di Lamezia Terme ma, piuttosto che avere l’intelligenza di considerare le nostre proposte, si preferiscono le solite e dispendiose, oltre che irrisolutive, scelte tampone pur di accontentare le solite consorterie, oggi vogliamo augurarci che, vista la vergognosa situazione che vive la città in questi giorni, i commissari intervengano in maniera responsabile almeno su questo problema.


Raffaele Miceli
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA




domenica 21 ottobre 2018

"A Crotone il ricovero ospedaliero è diventato un lusso" - Paola Turtoro, Azione Identitaria.

A poche ore dalla divulgazione dei documenti riguardanti l’ispezione del ministero della Sanità che boccia il nosocomio crotonese per numerose criticità, che "attengono all'ambito organizzativo-gestionale, agli aspetti di gestione del rischio clinico e alla sfera relazionale" e dopo la “promessa mantenuta”, seppur in notevole ritardo, delle dimissioni del D.G. Dr.Sergio Arena coincise con quelle del D.G. dei “Riuniti” di Reggio Calabria il settore sanitario calabrese continua a far parlare (male) di sé.

Un settore, quello sanitario, sottoposto ad un commissariamento “sine die” (e non “sine qua non” come avrebbe dovuto essere) con un debito dalla quantizzazione ballerina ma tendente paradossalmente al rialzo che sta danneggiando sia le strutture pubbliche che i laboratori convenzionati e tutto a discapito dell’utenza che continua a far lievitare per forza di cose il bilancio negativo dell’emigrazione sanitaria.

Il blocco delle assunzioni che si alterna alle assunzioni di primari per reparti inesistenti persiste nonostante l’emergenziale crisi del personale medico, paramedico ed infermieristico sottoposto inevitabilmente a turni disumani che mettono a rischio l’intero servizio a danno dei cittadini che manifestano oramai una inevitabile esasperazione.
In antitesi siamo stati costretti ad assistere al boicottaggio, a Crotone, di professionalità che oltre alle elevate prestazioni mediche stavano cercando di dare un assetto organizzativo nei reparti di competenza (il caso del prof. Brisinda è diventato nazionale grazie all’incapacità di una dirigenza non scevra da favoritismi e clientelismi partitici alquanto discutibili) ed alla chiusura di interi reparti nei vari ospedali della regione se non, addirittura, alla rimozione di intere strutture ospedaliere laddove dovrebbero essere potenziate.

Lo scenario risponde esattamente ad un diktat superiore che guarda i numeri piuttosto che le persone e che calpesta il diritto alla salute dei calabresi per ambizioni politiche personali che nulla hanno di umanitario.

Nelle ultime settimane proprio presso l’ospedale di Crotone si sono registrati casi di “violenza” verso il personale ospedaliero causato dalla oramai incontenibile esasperazione delle persone costrette a rivolgersi alle cure mediche ma che si scontrano con una realtà quasi apocalittica fatta di liste di attesa interminabili, pronti soccorsi pieni e decine di ore di attesa per essere visitati (e quindi confortati, curati o ricoverati).

Oggi anche il ricovero ospedaliero è diventato un lusso e se si ha la fortuna di rientrare tra i privilegiati sottratti a sorte abbiamo scoperto, grazie alla segnalazione di un cittadino, ci si ritrova a fare i conti con medici maleducati ed arroganti che non mostrano alcuna sensibilità verso chi soffre.

L’episodio riferitomi vede come protagonista un signore ultrasettantenne affetto da patologia oncologica epatica con complicanze infettive che era stato ricoverato nel reparto di medicina interna per una terapia antibiotica somministrabile solo in ambito ospedaliero ma che, solo per essersi concesso il “lusso” di una televisione, è stato verbalmente e volgarmente aggredito dal medico di turno (il secondo giorno) perché, pare, che sia vietato “distrarsi” in lunga degenza.

Non mi risulta che sussista il divieto di guardare la televisione in ospedale (tant’è che in parecchie strutture si noleggia o si paga a gettoni, ma non è il caso di Crotone) ed anche se assurdamente esistesse ci sono modi e modi di far presente ai degenti i regolamenti da rispettare.

Inviterei tutto il personale ospedaliero a riflettere sulle parole che il grande Padre Pio pronunciò all’inaugurazione dell’ospedale da lui fondato, Casa Sollievo della Sofferenza:
“Voi avete la missione di curare il malato, ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano a molto”.

Paola Turtoro
Portavoce regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA