Credo che, in fase e sede di
analisi storica della prima metà del XX Sec., sia ormai del tutto pleonastico
ricordare come la Chiesa abbia
condannato il comunismo con Pio XII nel
1949 attraverso tre documenti emanati dalla Congregazione del Sant’Uffizio che
rendevano inconciliabili per natura Cristianesimo e comunismo, visto ormai che
la Chiesa stessa, attraverso i papi che sono venuti dopo il Concilio Vaticano
II, le Diocesi locali e tutti gli ordini religiosi, ormai non sembrano più tenerne
conto. Tutto ciò lo si è visto nella sua
concretezza proprio ieri a Lamezia Terme, quando l’ex sindaco di Riace, quello
del pugno chiuso a mò di saluto dalla
finestra di casa sua alle persone che
erano andate a sostenerlo e che racchiude
quella ideologia comunista che la Chiesa ha condannato e scomunicato, ha
trovato piena accoglienza nel salone della parrocchia di San Francesco di
Paola, ricevendo addirittura gli onori ed i saluti di casa del Padre dell’ordine stesso dei Minimi nel corso
di un incontro organizzato dalle associazioni di stampo comunista a sostegno
del signor Lucano.
La mia riflessione in questo
intervento non vuole essere incentrata sull’aspetto politico e giudiziario
della vicenda Lucano, visto che vi è un’indagine in corso e, da quanto è emerso
ed ammesso anche dallo stesso ex primo cittadino di Riace, vi è stata una
palese violazione della legge e se i suoi sostenitori vogliono leggerla in
chiave esclusivamente machiavellica dove è il fine che giustifica i mezzi questi
saranno affari loro e la questione non mi tange assolutamente.
Piuttosto il mio pensiero è focalizzato su come la
Chiesa si sia allontanata sempre più in
maniera pericolosa dalla sua originaria
dottrina cristiana, che non è certamente quella del provvedimento pastorale e pertanto non dogmatico dello
stesso eretico Concilio Vaticano II voluto da Giovanni XXIII poi avallato da
Giovanni Paolo II che ad Assisi nel 1986 ha messo sullo stesso piano tutte le religioni
del mondo (anche quelle protestanti e false) e che ancora prima, con Paolo VI
nel 1975, ha aperto anche al comunismo
con l’ Ostpolitik, per finire alle stesse parole di Papa Bergoglio sull’immigrazione e
sull’accoglienza di quegli stessi popoli
africani, la maggior parte sfruttati dalle ricche multinazionali e diventanti ghiotto business in occidente di
gente senza scrupoli, e che sempre più
spesso ascoltiamo nei suoi discorsi e nelle sue parole.
Però tutti questi discorsi e
riflessioni dei papi della Chiesa conciliare vengono affermati dal soglio pontificio come dottori privati e
non come dottori della Chiesa, a differenza di altri successori di Pietro che
nei loro documenti, encicliche e parole, parlavano come dottori della Chiesa,
prendendo l’insegnamento dei Padri e filosofi della stessa Chiesa Cattolica, come
Sant’Agostino nella Patristica e San Tommaso nella Scolastica, quindi la loro
parola era infallibile.
Che a Lamezia Terme avvengano
queste situazioni di accoglienza e di
sostegno verso chi professa una certa ideologia, e che quindi per suo dogma e
dottrina dovrebbe essere ateo, (indipendentemente dal fatto che i sostenitori del signor Lucano lo
definiscano filantropico ma che è ancora tutto da dimostrare), non mi
sorprendono più, visto che già nel dicembre del 2016 lo stesso Vescovo della
Diocesi di Lamezia Terme, Monsignor Cantafora, non solo ha
donato il salone vescovile all’espressione teoricamente opposta del comunismo,
cioè il capitalismo finanziario rappresentato allora dall’ex ministro ministro Boschi, per la sua campagna sul referendum Costituzionale, ma ha
addirittura partecipato all’evento
di una personalità che, indipendentemente da tutto, con la sua famiglia è
emblema di un certo potere economico e
finanziario coinvolta, oltretutto, nelle ben note vicende della banca Etruria e
di tanti risparmiatori frodati da un sistema bancario che è satanico e che
rende schiavi numerosi popoli della Terra compresi quegli stessi immigrati che
in massa si spostano da noi per fini e volontà sovranazionali che travalicano
ogni pensiero cristiano espresso dallo stesso Bergoglio e che anzi vanno contro ad esso, perché come ha insegnato un grande Papa del passato, Leone
XIII, nella sua enciclica Rerum Novarum,
nel quale condannava capitalismo, marxismo ed ateismo, ci ha insegnato un
deciso processo magistrale di forte valenza sociale per spingere noi cattolici
alla restaurazione della società cristiana, che proprio oggi le idee
moderniste, progressiste, di ritorno ad un certo luteranesimo ed idealismo
soggettivista e relativista, sta unendo ciò che in passato è stato
perfettamente diviso, cioè Chiesa e liberalismo, verso una pericolosa spirale
di secolarizzazione della società cristiana che era già avvenuta nella
massonica rivoluzione francese.
Per concludere vorrei dire al
Padre dei frati Minimi della Chiesa di San Francesco di Paola, Padre Vincenzo Arzente, che ha quasi
paragonato il Santo calabrese al signor Lucano, che sarebbe stata cosa gradita
far sapere che lo stesso San Francesco è stato un uomo di Chiesa e di Dio che
preannunciò l’attacco e l’invasione dei Turchi ad Otranto, di tutto quel mondo islamista che nella storia ha sempre
voluto distruggere il Cristianesimo con
la scimitarra per tante volte (Poiters, Lepanto, Vienna) e che di fondamento
teologico non ha mai avuto nulla, come
oggi non ce l’hanno le organizzazioni ideologiche guerriere tipo l’Isis,
che sono discendenti di quella gente armata e finanziata dagli stessi
protagonisti che vogliono far entrare nella nostra Europa ed in Italia molti di
quelli che lo stesso Lucano e tutto un mondo della sinistra vorrebbe far
diventare italiani.
San Francesco fu il Santo che ebbe proprio la
visione di San Michele Arcangelo e che quando fondò l’ordine dei Minimi alzò il
Crocifisso affermando che la battaglia
contro il demonio ed i nemici della Chiesa doveva vedere Cristo trionfatore e
non a caso San Michele Arcangelo, nella sua apparizione al Santo paolano, gli mostrò
un cappuccio ed uno stemma a forma di sole con la scritta Charitas, che nulla a
che vedere ha con la carità pelosa che oggi si fa verso esseri umani sfruttati
ed oggetto di mercato, ma di ben altro e profondo significato e che espressioni
di laicità di estrema sinistra non possono ricondursi alla morale ed agli
insegnamenti di Cristo che troviamo nel Vangelo, perché lo stesso Gesù ci dice
che “chi crede in lui sarà salvato”.
Dio è misericordioso ma sa
anche essere soprattutto Giusto e ci avvisa continuamente, come fece attraverso
Santa Margherita Maria Alocque, la quale avvisò cento anni prima dello scoppio
della rivoluzione francese, su invito di Gesù, e chiese al Re di Francia di
mettere nella bandiera il Sacro Cuore, cosa che venne ignorata dalla corona
francese. L’unico giudizio da temere per tutti noi è quello di Dio e nelle
parole di Cristo che disse “Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno
viene al Padre se non per mezzo di me”.
Dove sta ormai negli
insegnamenti degli uomini di Chiesa la parola conversione?
Che Padre Vincenzo Arzente,
che purtroppo non ha ricordato le parole di conversione a Cristo ad un
comunista, possa anche pregare per me e per tutte quelle persone che realmente
soffrono, e credo ne abbia viste tante, ed io da umile peccatore pregherò anche
per lui affinchè la prossima volta si ricordi di divulgare la parola di Cristo,
quella vera, agli uomini che non credono in lui affinchè si convertano e si
salvino perché la Chiesa come istituzione spirituale non può permettere l’errore
e quindi la dannazione delle anime.
E rivolgendomi ad uno dei
padri spirituali che dice di avere Lucano, Alex Zanotelli, per giunta
comboniano e che pertanto, per la missione e congregazione da lui scelta
(fondata da Daniele Comboni che predicava la rigenerazione e lo sviluppo dell’Africa
sul proprio territorio e si batteva per convertire, battezzare ed educare i
popoli africani), non dovrebbe accettare la definizione che l’ex sindaco di
Riace ha dato a se stesso, cioè laico di estrema sinistra che per il
cristianesimo è un grave errore e peccato cosi’ come è stato un grande errore
teologico l’incontro tenutosi ieri in una Chiesa Cristiana, che ha artatamente ignorato
l’insegnamento di Leone XIII nella
enciclica Rerum Novarum: “per
diritto divino ogni popolo deve avere una terra ed ogni terra un popolo”.
IGOR
COLOMBO
CATTOLICO
TRADIZIONALISTA
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