Disoccupazione dilagante,
rischio idrogeologico a livelli allarmanti, settore sanitario alla deriva,
rifiuti tossici disseminati ovunque, economia sotto i minimi storici, inchieste
e processi di ‘ndrangheta che coinvolgono politici e cariche istituzionali,
viabilità da “quarto” mondo, carenza idrica: questa è la Calabria, questa è oramai la terra che fu culla di civiltà,
ma c’è qualcuno che ha trovato la panacea a tutti questi mali.
C’è chi “finalmente” ha
rinvenuto la pietra filosofale per trasformare il male in oro e lo
propone in Consiglio Regionale spingendo affinchè sia approvata la sua “ricetta
miracolosa”: è l’onorevole regionale Giuseppe
Giudiceandrea, colui che, con la sua cantica contro gli obiettori negli
Ospedali, osanna l’aborto e che adesso, dopo essersi guardato intorno ed aver
realizzato il degrado della Calabria, non trova di meglio da proporre che una
legge che consenta alla nostra regione di salire sul podio, come prima regione
in Italia, col premio di “distruttrice
della famiglia”.
Non considero affatto un’esagerazione
questa mia definizione se consideriamo che l’introduzione e l’adozione della
famelica ideologia gender nelle scuole altro non porterà che uno squilibrio
psichico nei nostri giovani.
Dando per scontato che tutti,
più o meno, siano a conoscenza di cosa sia tale ideologia (tra accaniti tifosi
ignoranti ed illustri oppositori un’idea se la son fatti un po’ tutti) vorrei
invece invitare l’onorevole del “disonore” a riflettere sull’inutilità di
questo provvedimento a lui tanto caro: una piramide senza solida base non avrebbe
retto ai secoli per testimoniare la grandezza dell’antica civiltà egizia, allo
stesso modo un Paese.
La famiglia, da millenni,
rappresenta la base solida sulla quale si fonda la nostra società (invito l’onorevole
a dimostrarmi il contrario) ed è costituita da un padre, una madre e dei figli.
Senza questo presupposto fondamentale non esisterebbe nessuna Nazione, nessun
Paese, nessuna società. Minare la psiche delle nuove generazioni giustificando
questa violenza con stereotipati e deliranti discorsi di riconoscimento dei
diritti alle unioni omosessuali è quanto di più ignorante ed ignobile si possa
ascoltare.
L’omosessualità è un
orientamento sessuale verso persona dello stesso sesso, appunto: un orientamento.
Non è una patologia o un handicap, è solo e semplicemente un orientamento (molto
spesso transitorio) che, in quanto sessuale, dovrebbe investire la sfera
privata, intima, dei soggetti e quindi non necessita di alcuna regolamentazione
giuridica poiché non è di mia conoscenza nessuna discriminazione giuridica
contro gay dichiarati o meno. Parlare di diritto sottintende l’ottemperare ad
un dovere e, nel caso di “famiglia gay” (sorrido mentre lo scrivo) mi vien da
chiedere quale tipo di dovere inerente allo status di famiglia sia da
adempiere?
Il dovere di una famiglia
(evito di specificare “tradizionale” poiché dalla sottoscritta è ritenuto un
pleonasmo) è quello di garantire la continuità di una Nazione attraverso i
figli e l’educazione degli stessi, il diritto di un bimbo è quello di avere un
padre ed una madre.
Non si discute di sentimenti
in ambito giuridico né mai lo si è fatto (eccezion fatta per le affezioni) e
non trovo nessuna valida ragione per adottare provvedimenti che non hanno
nessun tipo di fondamento se non quello riconducibile alla sfera sentimentale o
quello di assestare un colpo mortale alle origini della società, una società
che sta vivendo una deriva morale con la complicità di personaggi che
propugnano innaturali ed inutili quanto arroganti leggi.
Invito l’on. Giudiceandrea e
tutto il consiglio regionale calabrese propenso all’approvazione di questa
ridicole ed inutile legge a genuflettersi di fronte ai loro genitori, poiché diversamente,
e col senno di poi li avremmo ringraziati se fossero stati gay, per averci
evitato simili personaggi ed un invito ad occuparsi a risolvere i disagi che
costantemente il popolo calabrese è chiamato ad affrontare.
Cominciasse l’onorevole a
guadagnarsi l’emolumento che gli riconosce la Regione in quanto rappresentante
di una fetta di calabresi che lo hanno eletto.
Azione
Identitaria si opporrà fermamente e con tutte le sue a questa scellerata
proposta.
Paola
Turtoro
Portavoce regionale
AZIONE
IDENTITARIA CALABRIA
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