Nell’antico calendario celtico
vi erano i giorni ed i mesi Mat, cioè quelli favorevoli e buoni,
e quelli Anmat che erano, contrariamente, gli infausti e sfavorevoli.
L’Amministrazione comunale di
Lamezia Terme sembra proprio che, di Anmat,
ne stia conoscendo parecchi man mano che il tempo passa e gli stessi giorni
trascorrono inesorabili con la commissione d’accesso che è al lavoro.
Non ultima la notizia che due
aziende di costruzioni, che si sono aggiudicate gare d’appalto in città per
conto del Comune e della Lamezia Multiservizi, risultano indagate
nell’operazione “Mandamento”, che ha visto numerosi arresti a Reggio Calabria e
provincia eseguiti dai Carabinieri senza contare che, a questi, si è aggiunto
nelle ultime ore il sequestro da parte della Polizia Locale di alcuni manufatti
dell’associazione Lamezia Verde a
cui il comune ha affidato per tre anni la cura del verde in città, nella pineta
di località Ginepri.
La situazione che va prospettandosi
non è affatto bella per l’amministrazione comunale e la città tutta dovrebbe
sentirsi sotto esame per quanto si va configurando con il rischio del terzo
scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio comunale, che alla fine
potrebbe rivelarsi anche il fatto meno grave e tragico, considerato che l’Idra
ogni qual volta viene decapitata le sue teste ricrescono nella palude di Lerna che in questo contesto
è Lamezia Terme , e le stesse si muovono in un sistema sempre più corrotto e
perverso che non lascia nulla al caso e succhia sangue a tutto il tessuto sociale, conculcando le
speranze di quei lametini onesti che, anche attraverso il voto ultimo nelle
recenti elezioni amministrative, auspicavano una netta inversione di
tendenza.
A questo punto il dato non è
solo quello politico perché su questo ci si potrebbe discutere e
l’Amministrazione comunale potrebbe avere anche il tempo di aggiustare il tiro
e cambiare passo, ma è il fattore morale che in questi difficili momenti la fa
da padrone.
Il sindaco di Lamezia Terme,
persona stimata e rispettata da tutti e che ha della legalità un concetto
altissimo, non può restare indifferente dinanzi a tutto ciò che avviene in
città e che avvolge sempre più in un cappa fosca che incide anche sulla libertà
della Giunta e di tutto il consiglio comunale, che ricordo deve
essere nitido e candido come una colomba della pace e non presentare il minimo
sospetto di infiltrazione mafiosa.
Chiedo, a questo punto, al
sindaco di Lamezia Terme, Avv. Paolo Mascaro, di pensare seriamente ad un atto
di grande responsabilità che può avere
anche il sapore dell’orgoglio e della
determinazione di chi non ci sta, cioè quello di dimettersi dal suo ruolo istituzionale, perché ad oggi è
lapalissiano che quel che sta venendo fuori e che potrebbe ancora uscire, lo
coglie impreparato ma non imbelle, in quanto lo stesso, ovvio, non ha potuto
avere il controllo di tutto né in campagna elettorale e neppure dopo, visto che
il lavoro di un’amministrazione comunale si regge su tante figure con annessi
anche gli uffici tecnici comunali che spesso possono anche agire di “Motu
proprio” .
Ben consapevole anche che
questo gesto di dimissioni da parte del primo cittadino potrebbe non bastare, visto che i lavori della
commissione andranno avanti, ma almeno verrà lanciato un segnale da parte di
colui che guida la Giunta comunale e che, nelle sue intenzioni esternate tanto
in buona fede quanto ingenuamente, avrebbe dovuto essere il sindaco autonomo,
decisionista e scevro dal potere dell’apparato politico tradizionale, ma che
nella realtà si è trasformato in un autentico fallimento amministrativo in
netta contiguità coi suoi predecessori su parecchie tematiche, lasciando così
nel guado la città senza attraversare quel Rubicone di speranze e di
attese.
A differenza di Anchise con
Afrodite, qui di speranze che siano cinture magiche e di amore a proteggere la
città non ve ne sono ed ogni giorno che passa è latore di cattive notizie che
non fanno stare allegro nessuno ma suscitano sempre più sentimenti di rabbia e
di opposizione in quei cittadini che sono stanchi di epiloghi già vissuti e
sentenze già scritte.
Igor Colombo
coordinatore regionale
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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