Il licenziamento di quasi 400
lavoratori del porto di Gioia Tauro rappresenta l’emblema del fallimento di
un’intera classe politica che è trasversale e che include tutti i partiti e le
rappresentanze che guidano e che hanno guidato la Nazione e la Regione Calabria.
Sicuramente questi lavoratori,
padri di famiglia ed in gran parte giovani, all’atto della comunicazione
ufficiale che li vede fuori dalla Medcenter Container, non hanno avuto
alcuna rassicurazione per il loro futuro dal momento che della nuova Agenzia
messa in piedi per il lavoro portuale non si sa nulla e non è dato sapere
neppure sulla sua operatività, insomma un dramma immane al quale sia la Regione
che il ministero non hanno saputo arginare per evitarne il collasso ed il
triste epilogo.
Se solo pensiamo che, quella
del Porto di Gioia Tauro, avrebbe dovuto rappresentare l’infrastruttura per
eccellenza ed, al tempo stesso, il sogno di un’intera regione per lo sviluppo
economico e di tutto un indotto collegato con altri settori, che fin
dall’inizio è stato infiltrato dalla ndrangheta, per poi svanire nel nulla,
inghiottito in quella voragine amministrativa-politica-burocratica cui nessuno
esser sembra esserne responsabile ma tutti di sicuro ne sono complici.
Chiedo alle istituzioni politiche
regionali e nazionali che fine abbiano fatto i tanti progetti sbandierati da
più parti di cui però non si è mai avuta conoscenza ed attuazione effettiva
specie negli ultimi anni, come sia stata possibile tanta negligenza su di una
zona che avrebbe dovuto avere la massima attenzione di tutta la politica italiana
e che invece è restata silente spettatrice di un dramma annunciato.
Interrogo e chiedo al Governatore Oliverio, il cui silenzio
su questa vicenda è abbastanza eloquente, cosa abbia fatto per evitare che la
situazione giungesse al punto di non ritorno?
Ed il Governo nazionale, che
si è ricordato del porto di Gioia Tauro solo per il trasbordo delle armi
chimiche, ora non ha nulla da dire?
L’unica direzione possibile ed
auspicabile avrebbe dovuto essere quella dal sottoscritto suggerita già tempo
fa, cioè l’intervento pubblico dello Stato che andasse a nazionalizzare la
struttura portuale, quale settore economico strategico, tutelando tutti i
lavori operativi in Medcenter e garantendo lo sviluppo reale di una
infrastruttura sulla quale poggiare buona parte dell’economia regionale, già
fragile ed esile per via di una politica locale incapace di imporre la volontà
del benessere territoriale, prona solo a raccattare voti ed a sottostare al
diktat delle segreterie centrali dei partiti che rappresenta e resa ancora più
vulnerabile e portata alla dissoluzione dal mancato interessamento del governo,
Renzi prima e Gentiloni adesso.
Igor
Colombo
Coordinatore
reg.le
AZIONE
IDENTITARIA CALABRIA
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