Devastanti terremoti
politici e giudiziari si stanno abbattendo nell’ultimo mese in Calabria con
tale impeto da arrivare a scardinare anche sistemi di collusione tra vari
settori che vanno dal mondo politico a quello dell’imprenditoria , passando per
quello ecclesiastico, vedi inchiesta “Jonny”.
Ultimo, in ordine di tempo,
quello che vede implicato il consigliere regionale On. Arturo Bova, presidente della commissione regionale
antindrangheta, in rapporti ed affari con un boss locale: all’apice
dunque del paradosso più totale se si pensa e si ricollega anche tutto ciò alle
intercettazioni del sottosegretario Dorina
Bianchi con il governatore della Misericordia, Sacco, già ai tempi in cui
la stessa era membro della Commissione Parlamentare Antimafia.
Alla luce di tutte queste
torbide vicende che vedono interessati
rappresentanti istituzionali anche a capo di strutture create ad hoc, come
quella della commissione regionale antindrangheta, ci si accorge di quanta
scarsa credibilità possano avere ormai tali organi di indagine e di controllo.
A tal proposito chiedo a
tutte le forze politiche presenti nel Consiglio regionale quale utilità possa
avere una Commissione regionale antindrangheta che, oltre a non essere in
grado nella sua facente funzione di produrre alcun atto concreto, si ritrova
anche infiltrata dalla stessa e potente
organizzazione criminale calabrese, una sorta di autentico cavallo di Troia dei
giorni nostri.
Tutto ciò la ritengo una
assurdità, una vergogna ed un’offesa a tutti i calabresi onesti e soprattutto a
coloro i quali hanno subito le angherie e la violenza più truce da parte della
stessa ndrangheta.
Chiedo pertanto l’abolizione
di questa struttura che è solo uno spazio politico che serve a distribuire
altre prebende ai componenti con conseguente spreco di denaro pubblico, che
racchiude in se la personificazione di quel mantra che parla di legalità, lotta
alle infiltrazioni mafiose negli appalti e nella gestione della cosa pubblica,
un linguaggio ormai stereotipato divenuto liturgia politica degli interessati e
mai azione di contrasto.
La criminalità organizzata
sul territorio si combatte con leggi speciali che mirano a scoperchiarne
soprattutto le infiltrazioni e con il costante controllo del territorio, organi
come quello della Commissione regionale antindrangheta, che nella realtà dei
fatti non ha prodotto nulla, diventa quanto
più imbarazzante nella presenza dei nomi
che lo compongono, tutte espressioni del mondo politico e sotto indagine per
rapporti con lo stesso mondo malavitoso.
Si proceda immediatamente
all’abolizione, mettendo dunque fine a questo balletto ipocrita ed inutile
nella sua efficacia ed esistenza vanificata dagli stessi membri che dovranno
difendersi dalle accuse a loro rivolte e che fa divenire assioma quella teoria
non scritta che l’antimafia è spesso mafia.
Igor
Colombo
Coord.
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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