Era
l'estate del 2013 quando, in seguito all'operazione antimafia
Perseo
a Lamezia Terme venne arrestato il vicepresidente della Sacal,
il nostro coordinatore regionale Igor
Colombo (all'epoca
in Forza nuova) chiedeva l'azzeramento di tutto il cda della società
di
gestione dell'aeroporto lametino ed il relativo commissariamento, ma
nessun segnale concreto arrivò per dare manforte e seguito ad una
proposta forte che giungeva da una forza di lotta ed estranea ai
giochi di potere della politica.
Se
forse in quei giorni, in cui uscirono fuori certi pericolosi
collegamenti tra il mondo dell'imprenditoria, della politica e della
‘ndragheta, si fosse dato seguito a quella ferma e decisa presa di
posizione del nostro coordinatore regionale, oggi non ci ritroveremmo
con quest'altro scandalo che mette a serio rischio l'intero
sistema aeroportuale calabrese.
Come
AZIONE IDENTITARIA, adesso, possiamo amaramente farci vanto di
essere di sicuro stati i primi (se non gli unici) a cercare di
sensibilizzare sulla pericolosità di una gestione unica aeroportuale
che, come si evince, si è rivelata un abbraccio mortale per i tre
scali calabresi.
Cio’
premesso, ed alla luce di quanto emerso dall’operazione Eumenidi,
siamo curiosi di ascoltare le
reazioni di quei politici (la “dirompente” e camaleontica Dorina
Bianchi in primis)
che non hanno perso tempo a
condannare il TAR quando ha dato ragione ad un ricorso presentato dal
presidente della SAGAS, Matteo Ambrosi,
e
le reazioni dello stesso sindaco di Lamezia, Mascaro, dal momento che
il Comune di Lamezia pur essendo socio di maggioranza della Sacal non
ha mai avuto potere decisionale.
Una
sentenza, quella del TAR, che rimetteva in gioco ed in modo legale
tutto il bando ENAC
per la gestione dello scalo crotonese e
reggino.
Uno
scandalo che non ci sorprende e, pertanto,
non tolleriamo espressioni
di ipocrito stupore da chiunque,
negli anni e di recente, si è voluto ritagliare lo spicchio di
popolarità cavalcando l’onda del malcontento per la chiusura dei
due scali calabresi.
Chiediamo,
per l’ennesima volta, il commissariamento e l’azzeramento di
tutto il CDA di Sacal e siamo
curiosi di conoscere i nomi
dei politici che hanno fatto pressione sulle assunzioni col
fallimentare progetto “Garanzia Giovani”.
Sussistono
evidenti e gravi responsabilità politiche che non possono e non
devono essere sottovalutate né evitate e ciò anche a seguito di
quanto emerso dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia che
affermano da tempo la presenza delle cosche lametine a controllo
della Sacal.
Si
provveda piuttosto ad inficiare ed annullare qualsiasi tipo di
contratto stipulato a firma del CDA “galeotto” ed a ridare in
mano alla legalità la gestione di una struttura indispensabile per
il territorio. Si proceda con un bando di assegnazione vero e
trasparente e, magari, lontano dai giochi di partiti che finora hanno
goduto di questa situazione favorendo illeciti pur di mantenere un
potere elettorale che noi, con l’attuale sistema, disprezziamo e
rigettiamo!
Quest’ultimo
triste episodio, che innegabilmente vede coinvolta tutta la classe
politica calabrese, dovrebbe concludersi, almeno, con le dimissioni
di tutti i responsabili, in primis il Governatore Mario
Oliverio che, avallando e
sostenendo il capriccio della Bianchi,
si è reso complice di un danno non solo economico a discapito di
tutta la Calabria!
Paola
Turtoro
portavoce
reg. AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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