L’esigenza
principale doveva essere quella di rilanciare l’attività portuale
ed il retroporto, creando un meccanismo virtuoso di tutta
un’industria fatta di più settori collegata all’attività del
porto di Gioia
Tauro
per imprimere uno sviluppo risolutivo su tutto il territorio.
Invece,
nel corso specie degli ultimi anni, si è assistito solo a
comportamenti ciarlieri di stampo politichese da parte dei vari
governi nazionali e dei loro più illustri rappresentanti, il tutto
accettato di buon grado dai più alti esponenti politici regionali, a
cominciare dall’attuale governatore Oliverio, che nella realtà
hanno tradito non solo il Porto di Gioia Tauro ma un intero
territorio.
Una
storia davvero sfortunata quella relativa al Porto, che avrebbe
potuto rappresentare senza dubbio un sogno per la Calabria e per
tutto il mezzogiorno e nel corso del tempo abbiamo assistito ad
attività economiche controllate dalle organizzazioni criminali i
quali hanno gestito tra gli anni settanta ed ottanta tutta una serie
di appalti e subappalti sull’intera piana di Gioia Tauro,
arricchendo soltanto le casse della ndrangheta ed impoverendo tutto
il resto del territorio, con una politica sempre incapace di
intervenire per dare risposte soprattutto ai lavoratori, ed oggi ci
ritroviamo con ben 400 padri di famiglia che rischiano seriamente di
perdere il posto di lavoro.
Le
decisioni che giungono dal governo da parte del Ministro Del Rio sono
totalmente illogiche e puntano ad un solo ed unico risultato, cioè
quello di sancire
il fallimento del porto di Gioia Tauro
in quanto la scelta, di accorpare le autorità portuali di Gioia e
Messina, porterà solo ad una successiva e rapida fase di
ridimensionamento strutturale ed altri futuri licenziamenti che
potrebbero interessare anche lo scalo siciliano.
E’
davvero paradossale che quello che avrebbe dovuto rappresentare un
grande volano di sviluppo economico, non solo per la Calabria ma per
tutto il sud Italia, un porto partito per essere il più importante e
grande nel transhipment
del Mediterraneo, si
sia trasformato in un sonoro fallimento ed in un’emergenza da
fronteggiare, la quale viene gestita senza alcuna prospettiva
positiva sia da parte dell’azienda Mtc e sia da parte della
politica.
La
precipua emergenza da affrontare per noi di Azione
Identitaria
è quella relativa ai 400 licenziamenti che devono essere bloccati ed
in assenza da parte della Regione Calabria di idee, proposte e
progetti da mettere sul tavolo, chiediamo
al Presidente del Consiglio Gentiloni ed al Ministro delle
Infrastrutture e dei trasporti, Del Rio,
un controllo ed una gestione diretta dello scalo gioiese da parte
dello Stato, attraverso una gestione pubblica del porto, creando al
contempo investimenti ed adeguamenti strutturali con l’avvio di
cantieri e l’ attuazione della tanto decantata “Zona
Franca”
rimasta lettera morta da vent’anni ormai.
Tutte
azioni, queste, mirate a far sviluppare tutto un settore attraverso
un forte ed incisivo controllo dello Stato in quanto è giunta l’ora
di pensare a revocare ad un’azienda come Mtc
la concessione per la gestione del Porto di Gioia Tauro, dal momento
che la stessa ha dimostrato di non saper affrontare minimamente
questa emergenza e l’unica cosa che ha saputo mettere in campo per
la riorganizzazione ed il riordino della stessa azienda, è stata
quella dei 400 licenziamenti.
Igor
Colombo
coord.
Reg. AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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