giovedì 11 ottobre 2018

ABORTO, DERIVA RAZIONALE PRIMA CHE MORALE di Igor Colombo


Le parole di Papa Bergoglio sull'aborto sono finalmente incisive e descrivono quello che nella pratica del pensiero è realmente quest'azione. Per affrontare una tale tematica, che suscita sempre un vespaio di polemiche da parte di quegli eredi del 68 che con le idee libertarie e liberiste hanno corrotto e corroso tutto un mondo, non ci sta bisogno di tanti ragionamenti oppure essere latori di alcun fondamentalismo etico nè, tantomeno, di creare una etichetta intorno a tale convinzione ma semplicemente affidarsi a quella che è la scienza, a quelle che sono le sue evidenze e quella della assoluta verità umana.
Cosi facendo si vanno a sfatare tanti luoghi comuni di chi è a favore dell'aborto e che riporta come convinzione assoluta una sorta di diritto per la donna che abortisce, diritto  che non esiste dal momento che la vita nel grembo materno, fin dall'antica Grecia e Roma pagana, era sacra ed inviolabile e, pertanto, anche a livello dello Ius era vietato sopprimerla a meno che non fosse stata in pericolo la vita della mamma.
La decisione di essere contro la pratica abortiva e voler abolire la legge assassina della 194 per essere incentivata anche dalla Fede religiosa deve essere collocata nel vissuto personale, in quella che è l'esperienza di una donna che ha abortito, nel suo percorso del dopo, dell'angoscia che si porta dietro e tutto ciò anche relativo a quelle persone impegnate come me in politica che sono cattoliche ma anche a quelle che cattoliche non sono ma che hanno delle convinzioni precise, dopo aver ascoltato determinate esperienze che hanno indirizzato i nostri pensieri, convinzioni e lotte contro tali scempi etici che vanno contro i criteri valoriali umani.
A tal proposito voglio raccontare una mia esperienza personale di un episodio appreso durante la prima di tante conferenze sull'aborto a cui ho preso parte nella mia vita e che risale ad un po di anni fa, quando. appena iniziata l'università ed avendo anche una formazione politica ed etica non ancora completa ma a livello nozionistico seguendo da qualche anno i vari esponenti politici miei di riferimento locali e nazionali, nulla sapevo di cosa fosse realmente un aborto se non a livello superficiale ma ancora di più non conoscevo il pensiero profondo che spinge ad una decisa opposizione verso chi uccide il nostro popolo aprendo una profonda ferita al nostro tessuto sociale.
Dopo 10 minuti di quella conferenza ero già annoiato e. siccome mi trovavo li su esplicito invito di un amico di famiglia sacerdote, dovevo prendervi parte per forza ma già la mia mente era rivolta alla partita della Reggina della domenica successiva.
Tutto cambiò quando prese la parola un medico cosentino che riferi' l'esperienza avuta da un suo collega romano anti-abortista . 
Il medico riportò l'esperienza di una donna incinta che con suo marito si presentò a questo suo collega dicendogli di voler sapere se in quell'ospedale le potessero confermare quello che in altri due nosocomi le avevamo detto e ciòè che la sua bambina era senza reni.
I medici procedettero con le tecniche che avevano a disposizione, già in quei tempi molto avanzate, ed effettivamente l'esito fu lo stesso di quello degli altri due ospedali: la bambina sarebbe nata senza reni. 
La donna a quel punto volle sapere dal primario cosa ne sarebbe stato della sua creatura ed il medico le disse : "la sua bambina crescerà dentro di lei ma alla nascita dopo neanche 24 ore la bambina morirà". La donna rispose al medico che sarebbe andata ad abortire vista la situazione e che non avrebbe avuto senso farla nascere per poi morire, il primario cercò di farla riflettere e di spiegarle quanto dopo lei stessa ne avrebbe sofferto.
Qualche anno dopo la stessa donna si ripresentò davanti allo stesso primario chiedendogli se si ricordasse di lei, ed il medico ovviamente rispose di no in quanto con tutta la gente ed i pazienti che riceveva non avrebbe potuto ricordarsi e la signora gli raccontò quella esperienza e quel consiglio che lo stesso dottore le diede qualche anno prima ed il ginecologo si ricordò subito.
La donna raccontò che dopo quella esperienza ebbe a soffrire tantissimo e fu devastata psicologicamente per aver ucciso la  creatura nel suo grembo, il medico cercò di consolarla come meglio poteva al che la donna gli disse: "Professore sono di nuovo incinta"
Allora grande fu il sollievo del primario ma fu subito congelato dalle successive parole della donna la quale disse: "Professore mi hanno detto che la mia bambina a cui ho già ho dato un nome, è anche questa senza reni".
La faccia del primario dell'ospedale fu di sasso ma la donna continuando disse "Questa volta voglio portare al termine la mia gravidanza e voglio che a seguirmi sia lei personalmente anche nel suo studio privato, la bambina deve nascere e deve essere subito battezzata"
Il primario seguì la donna e la bambina nacque ma dopo circa 10-12 ore purtroppo mori. 
La donna tornò dopo qualche mese dal Professore e lo ringrazio' portandogli un dono, una scultura che si chiama "l'abbraccio", due corpi nudi che si abbracciano e che al posto della testa hanno le mani. 
La donna spiegò quel dono dicendo al primario " Lei mi ha riscattato dell' angoscia che ho patito nei due anni successivi ed allora, quando mi consigliò di non abortire pur consapevole che la bambina sarebbe morta subito dopo la nascita, io non avevo capito che lei voleva risparmiarmi la sofferenza di chi ha interrotto una vita umana"
Questa storia insegna tanto ed a me è stata utile in quanto è facile dire è un diritto della donna abortire ma di diritto non si ha nulla perchè l'unica certezza che ne segue è la sofferenza e la devastazione mentale di una donna. 
Dopo aver ascoltato quella storia divenni, da uomo, un convinto anti-abortista e lo sono rimasto nella mia vita ed attività militante politica.
Quella donna portò la stessa sofferenza della Madre di Gesù che accompagnò suo figlio lungo tutto il percorso della sua vita pur consapevole che sarebbe finito morto in Croce e Lei era li, sotto quella Croce, a piangere il suo Figlio.
Quando si affrontano certi temi etici e delicati lo si dovrebbe fare avendo una esperienza alle spalle e la conoscenza di tutto, e non limitarsi ad una legge voluta ed imposta da uno Stato che, piuttosto di aiutare le famiglie a far nascere i suoi figli, li sostiene nel percorso di morte. 
Spesso la deriva non è morale ma, come in questo caso, è razionale, perchè nessuna mamma, neppure nel mondo animale, è felice dopo essersi separata dal proprio figlio.

IGOR COLOMBO

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