Quanto verificatosi questa
mattina a Reggio Calabria risulta l’ennesima mortificazione per la città stessa
e per l’intera regione Calabria, ed il sindaco Falcomatà, resosi protagonista
di intercettazioni telefoniche “pericolose” che lo avvicinerebbero alla cosca
Libri, non può uscirsene con dichiarazioni pseudo-sarcastiche su un social.
Risale ad un anno fa circa la
nostra richiesta di accesso al Comune della commissione antimafia (per il “caso”
Marcianò) e proprio a firma dello stesso militante che si è visto recapitare in
questi giorni l’avviso di proroga delle indagini per il reato contestato all’art.294
c.p., una coincidenza che ci lascia perplessi soprattutto alla luce delle
gravità che pare stiano emergendo dall’informativa dei ROS.
Sentiamo, quindi, doveroso,
sia per far chiarezza su questa e altre vicende che per la tutela del sindaco
stesso (che si dichiara “socialmente” estraneo ai fatti), rinnovare la
richiesta al Prefetto di Reggio Calabria per l’invio della Commissione
antimafia di accesso agli atti del comune metropolitano affinchè, attraverso la
visione di atti e delibere ed altro, venga accertata o scongiurata l’influenza
mafiosa nelle varie azioni amministrative.
Un dovere, questo di chiedere
l’accesso agli atti, che dovrebbe partire dallo stesso sindaco a sua garanzia,
ed un dovere verso i cittadini reggini che hanno la sfortuna di assistere ad
una continua mortificazione della loro città troppo spesso coinvolta nei
connubi mafiosi e vittima, per colpa di chi l’ha governata, di condizionamenti
loschi nelle scelte amministrative pubbliche.
Paola Turtoro
Portavoce regionale
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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