Era una sera fredda di inverno
quando, Giuseppe Parretta, 19 anni, venne
ucciso sotto gli occhi increduli della madre, ucciso da un balordo tutelato da
questa assurda società che tende a difendere il carnefice ed a mortificare le
vittime.
Da quel giorno i riflettori di
tutta Italia si sono accesi sulla tragedia che ha colpito Catia Villirillo, mamma di Giuseppe e presidentessa dell’associazione
“Libere Donne” di Crotone, piu’ volte vittima (lei stessa) di attentati
ignobili per la funzione sociale che porta avanti da anni e che, nonostante ripetute
richieste presentate alle istituzioni
per avere maggiori garanzie di sicurezza presso la sede dell’associazione
(luogo del delitto) non ha mai ricevuto risposte fino al momento in cui tutti i
media e le tv nazionali hanno concentrato l’attenzione su questo tremendo fatto
di cronaca.
E’ infatti all’accensione dei
riflettori nazionali che l’amministrazione comunale di Crotone ha messo in atto
la recita più ignobile che si potesse prospettare promettendo addirittura
sostegno economico alla famiglia (Catia non ha un posto di lavoro fisso) ed il
pagamento delle spese del funerale.
Il sindaco di Crotone, Ugo
Pugliese, non ha perso tempo a sfilare in passerella con la “lacrima
diplomatica” sia al funerale che alla fiaccolata organizzata dagli amici di
Giuseppe e dichiaro’ anche alla stampa (era il 14 gennaio) la decisione presa “in
seduta straordinaria” dalla Giunta di accollare al comune le spese, se non poi
eclissarsi a telecamere spente.
“Prima il mio Giuseppe era
figlio “di tutti” e ora invece è figlio di nessuno?”, sono
le amare parole di una madre a cui il figlio è stato ucciso due volte: una
volta dalla pistola di un delinquente e la seconda volta da chi ha voluto
strumentalizzare la tragedia per avere il suo momento di gloria e per costituirsi
addirittura parte civile affinchè venga risarcito per ben 10 milioni di euro ma
per cosa?
Si costituisse parte civile
nei processi di ‘ndrangheta o si teme qualche vacillamento di poltrona?
“Grazie lo stesso sindaco, ma
i tuoi soldi non li voglio più”: sono le parole di una madre
che da insegnamento di dignità a questi personaggi ipocriti ed opportunisti.
Come Azione Identitaria vorremmo dare una vera mano a Catia Villirillo
ed è per questo, dopo aver sentito la famiglia e col suo consenso, che lancio l’appello
a tutte le associazioni ed i partiti del territorio (e non solo) di contribuire
con una donazione per andare incontro in maniera concreta alle esigenze e
difficoltà della famiglia di Catia Villirillo.
Modi e forme saranno stabilite
insieme a chi aderirà alla sottoscrizione popolare alla quale potranno
partecipare commercianti ed imprenditori.
Puntiamo sulla sensibilità e
solidarietà dei crotonesi che in questo non sono mai stati secondi a nessuno.
Paola
Turtoro
Portavoce
regionale
AZIONE
IDENTITARIA CALABRIA
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