Trovo alquanto leggére le
parole pronunciate dall’avv. Basilio
Perugini , presidente del comitato 4 gennaio 2018, nel corso
dei festeggiamenti per il 50esimo compleanno di Lamezia Terme che parla di
città sfortunata.
Purtroppo la cronaca politica
recente torna a collegarsi ed intrecciarsi con quella di qualche lustro fa ed
attesta che il Consiglio Comunale di Lamezia Terme è stato sciolto per la terza volta per condizionamenti
mafiosi, un qualcosa pertanto che va ben oltre il semplice fato ed il fattore
fortuna.
Alla costituzione di questo
comitato, noi di Azione Identitaria,
abbiamo preferito non pronunciarci e non abbiamo né avallato né tantomeno
avversato tale lavoro di organizzazione in quanto abbiamo ritenuto legittimo
che proprio alla stessa classe dirigente locale toccasse il compito di
celebrare il traguardo dei cinquant’anni di nascita politica della città. Ma,
al netto di tutte le critiche e considerazioni fatte dall’opinione pubblica
scaturite ancora prima del decreto di scioglimento, ritengo giusto sottolineare
e ricordare che la fondazione politica della città non coincide con la storia e
tradizione di Lamezia, in quanto la stessa è molto più antica e radicata di
cinquant’anni e di quanto si voglia far credere.
Questo è uno dei motivi per i quali non
abbiamo mai riconosciuto meriti al padre e fondatore politico della città ed a
tutta una classe politica che ha marchiato col fallimento il nostro territorio
ed ancora oggi i riverberi e le consuetudini si fanno sentire e vedere.
La classe politica di cinquant’anni
fa non si è inventata nulla: l’unione dei tre ex comuni, infatti, sarebbe
dovuta avvenire già sul finire degli anni ’20 per opera dell’avv. Salvatore Renda, quando proprio il
governo fascista riuniva vari agglomerati urbani vicini per creare grandi
centri e fondava, li dove non vi era nulla, maestose e belle città, un esempio
su tutti Littoria (oggi Latina) e spediva i mafiosi al confino.
Quell’unione che sarebbe dovuta
affermarsi nel ventennio, quando si riscoprì l’orgoglio di essere italiani,
avrebbe portato ad uno sviluppo più sinergico ed identitario sul nostro
territorio e forse oggi avremmo parlato di altra città. Ma al di là delle
considerazioni di carattere politico e sociale mi preme sottolineare l’aspetto
storico che racconta di una tradizione italica e magnogreca del nostro
territorio con l’antica città di Terina
e tutto il suo splendore di archeologia e storia.
Riteniamo che per costruire la
nostra vera identità si debba partire proprio da questo aspetto che è quello
autentico dei nostri avi e veri padri fondatori che non sono quelli della
politica di stampo democristiano e socialista. Al Senatore Perugini va dato
merito di avere avuto un’intuizione politica quarant’anni dopo, ma a tutta una
classe politica va addebitata la responsabilità e la colpa di aver gestito
malissimo quell’idea senza alcuna visione storica ed identitaria di una città
che ha più di tremila anni di storia e di vita.
Pasquale
D’Amico
AZIONE
IDENTITARIA
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