mercoledì 20 settembre 2017

Spazio Cultura di Igor Colombo - Settembre 480 A.C., l'astuzia di Temistocle salvò il mondo greco a Salamina contro Serse.



Dopo la sconfitta nella battaglia di Maratona del 490 A.C. il re dell’impero persiano Dario meditava vendetta contro i greci però mori’ nel 486 mentre cercava di reprimere una rivolta in Egitto, sul trono persiano salì suo figlio Serse che organizzò la spedizione in Grecia. 

Serse era molto deciso nella sua vendetta e, si dice, che ad ogni pasto un suo servo gli pronunciava tale frase: “Sire non dimenticatevi degli ateniesi”.

Forte dell’esperienza negativa e drammatica di Maratona questa volta il gran re persiano mise su un esercito ancora più numeroso da far sbarcare in Grecia, affiancato da una potente flotta, circa 1000 navi. 
L’Invasione avvenne a Nord con un ponte di barche costruito sull’Ellesponto e all’arrivo al passo delle Termopili dove, per tre giorni, 8 mila opliti greci resistettero contro 100 mila soldati persiani prima del tradimento di Efialte e dell’aggiramento delle difese greche dal sentiero Anopea, luogo dell’eroica resistenza dei trecento soldati spartani di Leonida che coprirono la ritirata alla restante parte dell’esercito greco. 

Tutto questo mentre l’altro grande eroe di queste battaglie, l’ateniese Temistocle, con la sua ridotta flotta teneva bloccato il passaggio alle navi persiane a Capo Artemisio impedendo a queste di oltrepassare lo stretto e giungere cosi alle spalle del contingente greco. 
Temistocle abbandonò la difesa di Capo Artemisio dopo la fine della resistenza degli uomini di Leonida ed a quel punto i greci dovettero pensare a come fermare l’imponente avanzata persiana che si stava dirigendo verso sud e si apprestava ad invadere e distruggere l’Attica e quindi Atene. 
I greci si diressero all’oracolo di Delfi per sentirne la profezia attraverso la Pizia il cui vaticinio parlò di una difesa della città dentro le mura di legno. 
La maggior parte degli ateniesi interpretarono quelle parole come un invito a rifugiarsi dentro le mura della città mentre il solo Temistocle invece parlò di difesa dentro le navi e quindi gran parte della popolazione abbandonò la città.

Temistocle fu un grande personaggio politico e si deve a lui ed alla sua astuzia la salvezza del mondo greco e di tutta una civiltà che ci appartiene. 
Dopo Maratona, infatti, i greci erano convinti della loro forza e soprattutto non credevano, a differenza di Temistocle, che i persiani sarebbero ritornati ad invadere la Grecia. 
Invece Temistocle affermava ed avvisava autorità politiche e popolo del pericolo ancora più serio che Atene e tutta la Grecia stavano attraversando e voleva per questo un potenziamento della flotta. 
Ovviamente gli ateniesi non avevano alcuna voglia di investire denaro per una guerra che nessuno credeva potesse scoppiare, ma l’occasione arrivò nel 483 A.C. quando fu scoperto un nuovo filone d’argento nelle miniere del Laurio, dove furono estratti in un solo anno oltre tre tonnellate del prezioso metallo.

Temistocle voleva che quel denaro fosse investito nella costruzione di una nuova flotta per difendersi dai persiani ma gli ateniesi furono contrari a tutto ciò e desideravano tenere per sè il guadagno e la rendita di quella scoperta di nuovo argento. 
Temistocle allora per convincere gli ateniesi ricorse ad una bugia: disse che Egina, rivale di Atene, stava organizzando azioni di pirateria contro la flotta commerciale ateniese e che tutto ciò rappresentava un serio pericolo. 
Dinanzi a questa notizia, gli ateniesi concessero autorizzazione e denaro a Temistocle per costruire una nuova e potente flotta. 
Si arriva dunque al momento in cui, dopo le Termopili, i persiani invadono l’Attica e compiono ogni atto sacrilego sul suolo greco, mentre le solite e storiche divergenze tra i greci la facevano da padrone.

Mentre la flotta greca era ancorata a Salamina, i peloponnesiaci volevano rinforzare le difese dell’istmo di Corinto mentre Temistocle sosteneva che se si fosse affrontata insisteva la flotta persiana in mare aperto la Grecia avrebbe sicuramente perso in quanto in netta inferiorità numerica ed era del parere che le navi non dovevano spostarsi dallo stretto di Salamina.
Il piano di Temistocle era quello di riuscire a portare a fronteggiarsi le due flotte in un spazio di mare ristretto in maniera tale da impedire ai persiani di poter sfruttare tutto il loro potenziale in mare ed il loro imponente numero. 
Ad un certo punto, mentre era in corso il dibattito delle autorità greche sulla strategia da seguire, Temistocle si spostò un attimo ed inviò il suo attendente , Sicinno nel campo dei persiani fingendosi un traditore e dando a Serse la falsa notizia che tra i Greci vi era scompiglio e che la Flotta era su Salamina pronta alla fuga. 
Il re persiano, non aspettando altro che di ricevere una simile notizia, ordinò quindi alla sua flotta di dirigersi su Salamina per affondare le navi greche e lo stesso re per gustarsi questo successo si fece erigere un trono alle falde del monte Egaleo, proprio difronte lo stretto di Salamina.
L’acqua non era l’elemento naturale e favorevole per i persiani ed inoltre le stesse autorità religiose persiane consideravano l’acqua salata opera del demonio, all’arrivo a Salamina i persiani non trovarono una flotta in ritirata, bensì schierata e pronta a combattere.

Fu l’elemento sorpresa a farla da padrone: una squadra navale ateniese da sinistra ed un’altra spartana da destra attaccarono i fianchi di quella persiana, mentre nella confusione ormai creatasi una terza squadra greca attaccò al centro.
Fu un’autentica carneficina, Serse dal monte Egaleo sentiva l’urlo di sofferenza e di morte dei suoi uomini insieme ai pezzi di legno delle navi che venivano distrutte ed affondate.
Temistocle aveva vinto, aveva vinto la sua astuzia contro la poderosa flotta persiana. 
Serse sconvolto si ritirò e lasciò una parte di esercito al comando di suo genero Mardonio che l’anno successivo fu sconfitto definitivamente a Platea.



Igor Colombo

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