Quanto sta avvenendo al Comune
di Reggio Calabria non può lasciare
indifferente nessuno e, soprattutto, l’aspetto della contesa e del regolamento
dei conti tutto interno alla Giunta, con l’estromissione dell’assessore Angela Marcianò da parte del sindaco Falcomatà, deve poter esser letto ed
analizzato da più angolazioni possibili.
Proprio il Comune di Reggio
Calabria nei prossimi anni sarà interessato da una pioggia di finanziamenti di
vario genere, tutti soldi da investire dal Decreto Reggio ai Patti per il Sud
passando per importanti riqualificazioni edilizie ed infrastrutturali.
Un giro vertiginoso di denaro
pubblico, dunque, che supera i 500 milioni di euro e che, alla luce delle
dichiarazioni rilasciate dalla Marcianò riguardo alla gestione dei lavori
pubblici non adeguate al nuovo codice degli appalti secondo la stessa,
quantomeno in una città come Reggio Calabria dovrebbe essere messo in evidenza
e controllato dalla Procura, la quale sicuramente starà procedendo in
questa direzione ma che forse dovrebbe accelerare l’iter in virtu’ dell’imminenza
della disponibilità di tali fondi nelle casse comunali che, senza più
l’assessore di riferimento alla quale è stata tolta la delega in una strana tempistica
provvidenziale, potrebbe divenire tutt’altro
che conveniente.
Nessuna caccia alle streghe va fatta, quest’amministrazione
ha obiettivamente delle responsabilità politiche ed amministrative che sono ben
evidenti ed i cittadini reggini hanno ben saldo il polso della situazione, ed è
proprio per avere una massima tutela e garanzia di trasparenza e legalità,
specie in questa nuova fase politica di Palazzo San Giorgio, che noi di Azione
Identitaria chiediamo l’invio al Comune di una commissione d’accesso affinchè
passi al setaccio e monitori tutti gli atti amministrativi.
Il
ministro dell’Interno Marco Minniti sia chiamato a svolgere il suo
ruolo ed in maniera distaccata ed oggettiva, visto che lo stesso è oltre che reggino
anche dello stesso partito del sindaco Falcomatà.
Una presenza dei commissari
potrebbe guardare in direzione di una effettiva o meno permeabilità mafiosa del
Consiglio Comunale stesso, dal momento che la stessa magistratura ha rilevato
una stretta connessione tra ndrangheta e gli uffici comunali dai quali passano
tutte le pratiche relative ad appalti e finanziamenti, e dovrebbe quindi scongiurare
possibili e di certo non nuovi, purtroppo per Reggio Calabria, condizionamenti
mafiosi all’interno del palazzo comunale della città dello Stretto.
Umberto
Paviglianiti
AZIONE
IDENTITARIA CALABRIA
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