Continua in Calabria l’azione
di depotenziamento alla sanità nonostante il roboante annuncio dello sblocco
delle assunzioni col decreto n. 111 del 10 agosto 2017 che annulla i precedenti
in sospensione.
Si parla di 1175 assunzioni da
“spalmare” nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere calabresi ed addirittura un
taglio di ben 113 OSS esterni, le 1175 unità previste (da subito solo 795, i
restanti 380 aspetteranno un nuovo decreto) non basteranno a sanare la carenza
di organico né a rendere funzionali interi presidi in attesa delle nomine di
medici e primari.
Col decreto 111 il commissario
ad acta, Massimo Scura, riconferma la sua totale ignoranza del vero problema
della sanità calabrese poiché dimostra ancora una volta la presunzione di voler
“sanare” il settore con tagli a spese necessarie e senza alcun investimento per
il futuro ma tralasciando di ispezionare sia i presidi sia il modus operandi di
molti sanitari che determinano il vero salasso delle casse pubbliche.
Ci troviamo di fronte ad un
santone che vuole curare una patologia senza conoscerne i sintomi e senza
controllare gli effetti collaterali della terapia da lui stesso praticata,
effetti collaterali che stanno portando al collasso funzionale, in primis,
l’intero sistema potenziando solo le parti meno minate.
Che gli ordini dati al
commissario siano quelli di decimare la popolazione calabrese in nome di un
debito mai definitivamente determinato né tantomeno fatto oggetto di pubblicità
a riprova dell’efficienza della “ricetta Scura” oramai non è un mistero per
nessuno ma ha davvero del vergognoso l’accanimento col quale si prosegue a
depotenziare gli “spoke” come l’Ospedale di Lamezia Terme che serve un
considerevole bacino di utenza ma viene spogliato quotidianamente sia di medici
che di reparti.
Sarà infatti proprio l’ospedale
di Lamezia a pagare lo scotto maggiore di questo provvedimento poiché dei
medici di cui necessita piuttosto che vedersene assegnati rischia di perdere
anche quei pochi rimasti (saranno infatti solo 6 i medici da “spalmare” per
tutta l’ASP di Catanzaro) e lo stesso dicasi per il personale infermieristico,
l’ennesima mortificazione di cui non si sentiva il bisogno ma che continuerà ad
avere ricadute etiche ed economiche sul nostro territorio sotto l’apatia dei
politici che dovrebbero rappresentarlo.
Nessun plauso, dunque, per
questo ennesimo e vergognoso oltraggio verso i pazienti ed i medici calabresi
che continueranno a pagare piu’ di tutti i deliri provenienti dal
commissariamento decennale che non sta rivelando nessuna natura umana e nemmeno
portando a “casa” risultati positivi ma piuttosto continua la sua forsennata
caccia alle streghe per sentieri sbagliati.
Noi di Azione Identitaria ci
impegniamo a dare battaglia nei mesi a seguire, consapevoli del fatto che la
sanità non deve essere ridotta a meri conteggi contabili che fanno solo
l’interesse di quei partiti lontanissimi dal conoscere le vere esigenze del
Paese, ma deve tornare ad essere un servizio nazionale efficiente offerto al
cittadino.
Pasquale D’Amico
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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