“Dalle
origini alla deriva”, potrebbe essere questo il titolo da dare al
grottesco spettacolo che siamo oramai costretti ad assistere e che ha lo scopo
di annientare il tassello millenario e fondamentale della società: la famiglia.
Doveroso ripercorrere
velocemente l’evoluzione di questo fenomeno distruttore che si ufficializza in
U.S.A. nel 1969 con la fondazione del Gay Liberation Front (movimento di
liberazione omosessuale) subito dopo la rivolta di Stonewall, al quale seguì la prima marcia di protesta
organizzata dal GLF e, dopo anni, la creazione dell’LGBT (sigla utilizzata come
termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e
Transgender) , un acronimo che è diventato un'auto-designazione convenzionale
ed è stato adottato dalla maggior parte di centri sociali e media basati su
sessualità e identità di genere.
Non sono mancati e non
mancano ancora oggi dissidi interni e forme di esclusione anche all’interno di
sottogruppi che cercano di identificarsi in questa sigla tanto da modificarne
l’acronimo in base alle proprie esigenze dettate da un incontrollabile
protagonismo fomentato da teorie filosofiche che vanno dal neo marxismo di Marcuse e che trovano origine dal permissivismo edonista e il suo slogan
“al sesso non si comanda!”; dal
pansessualismo di Freud , dal rapporto Kinsey fino alla rivoluzione sessuale che ha portato
a ridurre il sesso alla mera istintualità.
Il femminismo ha poi imposto
l’idea che fosse proprio la differenza dei sessi a provocare l’inferiorità
sociale della donna e che i ruoli dell’uomo e della donna, anche all’interno
della famiglia - per nulla naturali ma solo culturalmente indotti -
costituirebbero una grave ingiustizia.
La vera conquista ideologica
e sociale sarebbe il passaggio dal “sex” all’“unisex”.
Lungi da noi addentrarci nei
complessi e controversi studi scientifici e sociologici a ricercare la causa
della omosessualità (dall’”assenza” del padre nella psicanalisi alle
modificazioni genetiche indotte da farmaci, ecc.) , ma è sconcertante conoscere
i retroscena di questo movimento (LGBT) che è riuscito a calendarizzare le sua
ridicole ed oscene manifestazioni ed a condizionare le scelte politiche e le
ricadute sociali nella storia di questo terzo millennio.
A livello internazionale
troviamo diversi soggetti decisamente attivi nel sostenere in varie forme le
lobby lgbt: organismi internazionali, fondazioni bancarie, filantropiche e
multinazionali. Tutte realtà accomunate spesso dalla partecipazione attiva alle
cosiddette battaglie per i diritti civili.
Anni fa lo scrittore
Vittorio Messori alla domanda ‘chi finanzia coloro che vogliono abbattere
la famiglia naturale?’ ha risposto senza mezze misure: ‘Alcuni
settori della massoneria, l’organizzazione mondiale della sanità, le grandi
lobby omosessuali internazionali, influenti settori del partito socialista
europeo e i partiti di vecchia ispirazione marxista trasformati in aggregazioni
cosiddette liberal’
Dietro i movimenti a favore
del riconoscimento del matrimonio omosessuale, dunque, operano apparati di
potere che programmano e finanziano la propaganda pro lgbt.
Dalla stessa ONU all’alta
finanza: la lobby omosessuale internazionale, molto attiva a New York,
Washington e Bruxelles riceve contributi sia dalle private corporation americane sia dai governi ed istituzioni
europee ed internazionali.
Il tutto avviene sotto forma
di donazioni a organizzazioni non governative per, ad esempio, la lotta
all’Aids. Uno dei maggiori contribuenti del mondo lgbt risulta essere
l’organizzazione ‘Catholic for a free choice’: un ente che insieme all’ILGA (International Gay and Lesbian Association) opera quotidianamente a
Bruxelles per imporre ai legislatori europei il riconoscimento del matrimonio
omosessuale negli Stati in cui ancora non è divenuto legge.
CFFC (Catholic for a free choice) è finanziata
da diverse fondazioni: Playboy Foundation,
MacArthur Foundation, la fondazione
della casa automobilistica Ford (con oltre un milione di dollari), Open Society Institute del finanziere George
Soros, Goldman Fund, Turner
Foundation e Rockfeller Foundation. Tanto per citarne alcune. A queste
vanno poi aggiunte aziende riconosciute a livello internazionale come Kodak,
American Airlines, Apple, Citigroup, Microsoft, Toyota ed Ubs che sovvenzionano
le lobby lgbt di Washington: prima fra tutte la ‘Human Right Campaign’.
Nota è la vicenda dei
finanziamenti arrivati dai fondi ‘hedge’ (fondi speculativi della
finanza creativa) per sostenere le campagne volte a far cancellare la legge,
approvata nello stato della California con referendum popolare , che afferma
come unico matrimonio riconosciuto per legge quello tra un uomo ed una donna.
Ed ancora il caso Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali) ed una parte della magistratura.
Queste esperienze, questi
numeri e questi fatti documentano e certificano sempre più una verità: ci
sono miliardari, banche e fondi di investimento che sovvenzionano con milioni
di euro e dollari le campagne pro lgbt.
Più un bambino diventa un
oggetto di desiderio e non il frutto di un amore autentico più il business di
certi settori aumenta. Diventa dunque un dovere opporsi a chi continua a sostenere
lobby che del futuro delle Nazioni hanno ben poco interesse, e lottare affinchè si favoriscano politiche di sostegno reale al
vero motore dell’economia: la famiglia
naturale.
Sia
perciò razionalizzato l’inestinguibile vittimismo dei militanti gay e
non si continui ad aderire ad iniziative e proposte scellerate come quelle,
riportate recentemente dai media, che aboliscono, per le scuole dei più
piccoli, ricorrenze come la “Festa del
papà” o della mamma in nome di un “rispetto” per un diritto (quello ad avere
due genitori, madre e padre) che deliranti umani hanno disconosciuto ad esseri
innocenti!
Bruno
Spatara
Reggente
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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