martedì 4 settembre 2018

Falcomatà non crede alla democrazia e denuncia due nostri militanti.


Due nostri militanti sono stati raggiunti dalla notifica di proroga delle indagini per un reato riconducibile all’art.294 c.p. a seguito di una denuncia sporta da parte del comune di Reggio Calabria in conseguenza ad un’azione politica di critica all’operato del sindaco Falcomatà.
L’azione, avvenuta nello scorso novembre, è stata subito rivendicata attraverso comunicato stampa ed ampiamente divulgata dagli organi di informazione e si è trattato di attaccare (con lo scotch, quindi senza danneggiare strutture) due simpatici manifesti col nostro logo recanti, l’uno, le immagini dei danni del maltempo nella città di Reggio e, l’altro, la foto del sindaco ritenuto da noi responsabile della mancata manutenzione delle strade ed il consiglio a dimettersi.
L’art.294 c.p. recita “Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni".
Nell’apprendere tale accusa non abbiamo potuto fare a meno di sorridere poiché è l’ennesima conferma di un clima di “democrazia personalizzata” che ci viene da una certa area politica, al comune di Reggio Calabria non si crede nella democrazia ma la si decanta e non si accettano critiche politiche nonostante l’incapacità amministrativa sia tangibile per chiunque.
La cosa triste, e che merita tutto il nostro (ed il vostro) disgusto è che si tiene impegnato del personale giudiziario in indagini (6 mesi + 6 di prolungamento delle stesse) per immaginari reati, partoriti da una mente capricciosa, quando tutti conosciamo bene la lentezza della giustizia in Italia.
Probabilmente chi ha voluto questo spreco non ha una corretta percezione della realtà calabrese altrimenti avrebbe evitato di intasare i tavoli giudiziari con le denunce contro il nulla per rispettare la priorità di indagare su reati veri e, soprattutto, penalmente gravi, ma, si sa, il delirio di onnipotenza non va mai a braccetto col buonsenso per cui, dall’alto della nostra onesta coscienza, ci sentiamo di consigliare all’autore della denuncia di “stare sereno” poiché il “diritto di critica politica” è previsto dalla legge come esimente dal reato di diffamazione ed a maggior ragione se rispecchia la verità dei fatti.
Non è nostro stile scadere in attacchi personali né offendere o minacciare nessun avversario politico, noi critichiamo i fatti e, contrariamente a tanti altri, proponiamo soluzioni alternative senza pretese alcune, pertanto, consapevoli di essere nel giusto, provvederemo ad incorniciare la notifica di “proseguimento indagini” come una simpatica vignetta umoristica sulla quale farci qualche risata.

Ufficio Stampa
AZIONE IDENTITARIA CALABRIA

(la foto dell'azione del novembre 2017)



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