Dove
c’è business c’è mafia!
Apparentemente uno slogan
pubblicitario, effettivamente quanto da anni va emergendo.
Nella recente operazione
antimafia “Johnny”, partita dalla DDA di Catanzaro, è emerso quel mondo
parallelo che tutti conoscono ed in pochi hanno il coraggio di ammetterne l’esistenza
e che ha, al momento, smantellato un intricatissimo sistema di imprenditoria
criminale messo su da una delle piu’ potenti cosche calabresi e che, finalmente,
ha messo a nudo anche le non sottovalutabili responsabilità della Chiesa
riguardo al traffico di esseri umani che diplomaticamente viene chiamato fenomeno
immigratorio.
Che la “piovra” riesca a mettere radici ed uffici laddove la prospettiva
di guadagni facili è lampante è cosa nota a tutti, ma non puo’ essere ignorato
che per far si che questo seme marcio attecchisca ha bisogno di trovare terreno
fertile per cui, noi di Azione
Identitaria, ci auguriamo che inchieste come quelle che, partite dalla
procura di Catania a firma del Dr.Zuccaro, stanno rilevando il malaffare in
molte ONG (Organizzazioni Non Governative, ma sostenute da chi sta all’interno
del Governo) e da giorni primeggiano sulle notizie di cronaca suscitando
opinioni e reazioni contrastanti, si moltiplichino su tutto il territorio
nazionale ed internazionale e vadano fino in fondo per inchiodare alle proprie
responsabilità i complici che permettono che tutto cio’ accada.
L’operazione “Johnny” ha finalmente fatto emergere
anche la rete di business sulla “tratta
di esseri umani” creatasi nella provincia di Crotone che vede dunque coinvolto
anche un rappresentante della Chiesa
(esecrabile piu’ di chiunque altro proprio per il ruolo che ricopre!).
C’è chi da anni (ancor prima
di “Mafia
Capitale”) cerca di sensibilizzare opinione pubblica e magistratura e
che si è adoperato, in tempi non sospetti, a fornire prove e documenti sulla fallacità
di certe “opere misericordiose” e sull’ipocrisia di un buonismo imposto dall’alto,
ma si è sempre scontrato con un muro di gomma.
Oggi finalmente un ulteriore
colpo è stato inferto a questo fetido sistema che da anni ha riconosciuto nel
traffico umano un affare piu’ conveniente del traffico degli stupefacenti, e
che, a noi cittadini e patrioti onesti, fa riaccendere un barlume di speranza
verso la riacquisizione di fiducia in
una parte di magistratura onesta.
Noi di Azione Identitaria non possiamo che auspicarci altre operazioni
come queste, poiché l’Italia dell’accoglienza business è ancora “tanta”!
Paola
Turtoro
Portavoce Regionale
AZIONE
IDENTITARIA CALABRIA
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