Il 13
ed il 14 aprile 2007 ricorreva il cinquantesimo dello "sciopero
delle carrette", la "rivolta" contadina nei comuni
di Sambiase e Nicastro (Cz) del 1957 rimasto negli annali della cronaca come
senza precedenti. Attraverso degli scritti(1) ed un inedita Interpellanza
Parlamentare della cittadinanza di Sambiase riproponiamo quell'avvenimento non
mancando di evidenziare aspetti critici. Diciamo subito che la cronaca di
quell'evento fu caratterizzata inizialmente dai contadini della frazione Bella
di Nicastro " in conseguenza del divieto
della legge di trasportare sui propri veicoli (sciarrette) altre persone a
carico elevando continuamente contravvenzioni ai trasgressori della norma
stradale", e successivamente dai contadini di
Sambiase. Secondo quanto raccontato dagli scritti(2), sull'annessione allo sciopero da parte del comitato di Sambiase, fu
deciso(3) che questi dovevano rimanere una "semplice compartecipazione"; ma come
dimostrasi questa si rivelò piú eclatante del previsto... In effetti secondo
quanto si evince dal documento Parlamentare lo sciopero attuato dalla
cittadinanza di Sambiase non ricadde nelle forme....spontanee!!, ma si delineò
come attesta lo stesso documento con contenuti più gravi - tra questi la
cosiddetta - tassa della Fondiaria(4) che prevedeva il tributo sui terreni e le imposte sui
prodotti agricoli,conosciuta volgarmente come la tassa d' u dazziu (tassa del
dazio) etc.etc.. E'
bene ricordare che vi era in atto, da tempo, sul territorio calabrese una
gravissima crisi del mercato vitivinicolo e oleario; questo conferma che a
Sambiase lo sciopero era, per così dire, nell'aria. Pertanto si andava a delineare
nella popolazione ben altro che la semplice compartecipazione!! Perche? Perchè la perdita della
produzione vitivinicola, sia a Sambiase che nella vicina Nicastro,antica e
rinomata in tutta l'Italia, era d'importanza vitale per l'economica del posto,
sia in termini occupazionali che in termini di fattibilità. Non dimentichiamo
che l'importanza del vino sul territorio è sottolineata dall'istituzione nel
1926 del Consorzio circondariale di difesa della viticoltura da parte del
Ministero dell'Economia Nazionale(5). Tralasciando
per un attimo le varie sfaccettature (ritorneremo più sotto) facciamo
"parlare" le cronache del tempo da cui, come si diceva all'inizio,
siamo riusciti a risalire alle fasi più rilevanti. A tal propoposito abbiamo
aggiunto delle note ove queste lo necessitavano. Si disse: "Che i politici locali di quel
tempo inviarono dei telegrammi al Governo italiano per sensibilizzare la
situazione di grave miseria(6) che incombeva sul loro territorio, ma ogni richiesta rimase
disattesa. I comitati si stavano preparando ad una vera insurrezione popolare
senza precedenti, che non si fece attendere"."La mattina del 13 aprile 1957, infatti, gli abitanti
del quartiere Bella di Nicastro iniziarono a sbarrare con carrette, doroti e
traini posizionati presso le rispettive entrare ed uscite del citato quartiere
nicastrese. "La
mattina del 14 aprile, stessa cosa fecero i sambiasini iniziando a sbarrare la
carreggiata in direzione Nicastro (nei pressi delle abitazioni della famiglia
Muraca- Bernardi - oggi via Marconi) con delle grosse travi di legno messe di
traverso sulla strada, ed in uscita nel pressi del rione Braccio - direzione Angillìtu (Santa Eufemia - SS.18, etc.etc.)"
. A
Sambiase la tensione, come già ricordato, andò ad aumentare oltre modo sia per
le contrapposizioni tra i comitati(5),
sia per presenza della "Celere"(7), tanto che i rappresentati
dei contadini(8) e i rispettivi Sindaci(9) cercarono ed ottennero il
sospirato incontro con le Autorità Politiche governative. Si disse che
trovatosi in Calabria l'onorevole Vittorio Pugliese (questi viene indicato
dalle cronache quale Sottosegretario agli Interni)(10) si recò personalmente sul luogo della
"rivolta". Risulta, infatti, che l'accoglienza dell'on.Pugliese da parte
delle due cittadinanze, non fu delle migliori. "A Nicastro lo stesso,
affacciandosi da un balcone del Municipio per parlare alla folla, fu costretto,
a causa dei continui schiamazzi e al lancio di qualche oggetto, a rientrare
precipitosamente nei locali comunali". Stessa cosa avvenne a Sambiase. "L'onorevole volle personalmente parlare alla
popolazione in Piazza Fiorentino dal balcone dell'abitazione della famiglia
Mazzei ( ù casularu) che aveva gentilmente offerto
ospitalità; una folla maldisposta ed esasperata ( fu indispensabile un cordone
di protezione di persone a lui vicine) rese vana la trattativa con i
contestatori". "A nulla valsero i discorsi del sindaco Cianflone e del rappresentante dei contadini avv.
Franzí,
i quali - succeduti all'on. Pugliese - spiegarono agli
astanti che,secondo loro,la venuta in Sambiase del Sottosegretario agli Internivaleva
ben oltre la presenza del Prefetto"(11). "Nella
notte tra il 14 e 15 Aprile, intervenne con un blitz il reparto di
Polizia(celere) della vicina Vibo Valentia. Fu ristabilito con determinazione
l'ordine, rimuovendo immediatamente le varie travi utilizzate per il blocco, le
carrette posizionate sulla strada e su Piazza Fiorentino; qualcuna,
scaraventata dalla polizia, andò a finire nel torrente Cantagalli perché non
rimossa tempestivamente dai proprietari". "Stessa cosa accadde nella frazione Bella di
Nicastro dove la mattina i "Bbìllùati", appena
svegliatisi, trovarono lungo l'odierna via Lazio
e alla Casanova un battaglione di poliziotti schierati in assetto di guerra,
con l'elmetto in testa ed i mitra spianati. Carretti, doroti e traini - simboli di quella eroica
quanto breve rivolta - giacevano a pezzi in fondo allu fhuassu 'i Coladarci o
alla Cavarella, dove erano stati
buttati dalle forze dell'ordine e dall'esercito fatto affluire come
rinforzo". "Successivamente nella nottata del 16 e nella mattinata
del 17, vennero eseguiti, presso i vari domicilio dei rispettivi partecipanti
rivoltosi, svariati arresti per i reati commessi, tra i quali: sobillazione
alla rivolta, blocco stradale, istigazione ecc. Tra gli arrestati semplici
spettatori, costretti ingiustamente a subire il carcere sia pure per pochi
giorni ". "I
contadini del comprensorio subirono numerose procedure esattoriali, da far
risultare quel 1957 un periodo particolarmente vantaggioso sul piano economico
per qualche avvocato di Catanzaro, delegato dall'Esattore del Consorzio
esattoriale di Nicastro a sostenere le procedure presso Enti debitori verso i
contadini ".
Documento fornito e diffuso da Giuseppe Ruberto (storico e ricercatore lametino)
Nessun commento:
Posta un commento